Sostegno a distanza “Barra Nova” - Comunità di Feira de Santana – Stato di Bahia

Istituto “Povere figlie della visitazione di Maria” di Napoli
Comunità di Feira de Santana – Stato di Bahia

Feira de Santana è una città brasiliana nello Stato di Bahia. Bahia è uno Stato nordorientale del Brasile, con capitale e Salvador. Un tempo centro del traffico degli schiavi in Brasile, Bahia possiede la più forte impronta africana, in termini di cultura e usanze, di tutto il Brasile.
Feira de Santana è la seconda città dello Stato di Bahia e si trova in una zona semi-arida a 115 km ad ovest dalla capitale Salvador, alla quale è collegata da un'ampia autostrada. Essendo ben collegata anche con le altre grandi città del nord-est del Brasile, Feira de Santana è diventata un punto di riferimento molto importante e ha così sviluppato soprattutto il settore terziario.
Feira de Santana è nota anche fuori dal Brasile per alcune famose feste come quella della "Senhora de Santa Ana", nella seconda quindicina di gennaio, la "Micareta", festa carnevalesca che si tiene quindici giorni prima di Pasqua, il "Festival de Violeiros" a settembre  e le corride a novembre.  
La città è anche sede della Università di Stato di Feira de Santana.

Le suore missionarie dell’Istituto “Povere figlie della Visitazione di Maria” sono presenti anche a Feira de Santana, una cittadina a circa 60 Km da Salvador de Bahia, che negli ultimi anni ha subito un notevolmente incremento demografico, determinato dall’afflusso di popolazione proveniente dalle grandi aree rurali dello Stato che, spinte dalla fame e dalla ricerca di un lavoro sicuro, hanno invaso la periferia della città contribuendo alla nascita di numerose favelas, prive di qualsiasi struttura urbanistica e dove la maggior parte della popolazione vive in condizioni generali di degrado ed estrema povertà, senza scuole, senza medico, forse senza futuro.

Feira de Santana è il più nero e africano degli Stati brasiliani. È uno Stato fortemente politicizzato, in cui l’identità nera e le radici africane sono molto sentite. Alcune delle noti dolenti più preoccupanti sono:  l’analfabetismo, la promiscuità dei rapporti, la violazione di ogni diritto più elementare dell’infanzia e delle donne, lo sfruttamento della manodopera senza alcun controllo.

È da pochi anni che le suore sono presenti, ma il contatto con la popolazione è già molto forte. La povertà è evidentissima: ci sono intere comunità che non potrebbero sopravvivere se non ci fossero centri di distribuzione di cibo, attraverso le mense, di vestiario e medicine.

Le favelas sono sobborghi che sorgono come funghi nelle periferie delle città, accogliendo le fasce più povere e più emarginate della popolazione. La realtà va ben oltre ogni capacità d’immaginazione. Famiglie intere vivono in tuguri di legno o di cartone, in costruzioni diroccate accanto a discariche a cielo aperto e a fiumiciattoli malsani.

Altre persone vivono, addirittura, nelle discariche come topi, cercando carta e ferro da rivendere, e cibandosi dei resti alimentari che vi si trovano. Negli ultimi tempi, in alcune favelas, le suore hanno allestito un laboratorio e un ambulatorio di primo intervento sanitario, dove un medico volontario, una volta alla settimana, visita i casi più gravi, dando poi alle suore il compito di seguire le terapie.

Le suore si prendono cura di casi veramente delicati e gravi; bimbi gravemente denutriti, figli di famiglie numerose, pronti per essere “regalati” a qualcuno dalle loro mamme disperate perché impossibilitate a provvedere al loro sostentamento. Unico mezzo di trasporto per un pronto soccorso: l’auto delle suore.

Quando gli ammalati, per vari motivi, non riescono ad andare in ambulatorio le suore suppliscono come possono, visitandoli nelle loro case, portando medicine ed offrendo loro la propria esperienza umana e cristiana.
Le suore collaborano a questo tipo d’assistenza, senza trascurare le necessità affettive e spirituali della gente del luogo. In questi territori, dove la povertà è evidentissima, il lavoro delle suore è connesso anche all’attività pastorale e liturgica.

Chi aderirà a questo progetto di sostegno a distanza sarà abbinato direttamente ad un bambino/a, e riceverà una foto con i dati del minore e annualmente, direttamente dalla responsabile del progetto, sarà aggiornato sui progressi conseguiti.  

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