Sostegno a distanza “Kingasani” - R.D. del Congo

Istituto “Suore delle Poverelle Missioni”,
comunità di Kingasani (Kinshasa - R.D.Congo – Africa)

Nome ufficiale: Repubblica Democratica del Congo, spesso chiamata nel linguaggio comune “Congo Belga” o “Zaire”,

Superficie: 2.345,885 Km, secondo paese africano per estensione, 4 volte la Francia, 8 volte l’Italia, 80 volte il Belgio, posizione strategica al centro dell’Africa), con una popolazione stimata di 72 milioni di abitanti. Confina a nord con la Repubblica Centrafricana, a nord-est con il Sudan del Sud, a est con l’Uganda, il Ruanda, il Burundi e la Tanzania, a sud con lo Zambia e l’Angola, a ovest con l’Oceano Atlantico e la Repubblica del Congo.

Capitale: Kinshasa
Lingue: lingua ufficiale: francese – 4 lingue nazionali: lingala (lingua franca), Swahili, Kikongo, Tchiluba.
Sistema politico: Repubblica presidenziale.
Indipendenza: 30 giugno 1960 (dal Belgio)
Capo dello Stato: Jeseph Kabila, presidente della Repubblica dal 17 gennaio 2001, salito al potere a soli 31 anni, dopo la morte del padre Laurent Kabila ucciso il 16 gennaio 2001.
Religioni: cattolici (53%), cristiani non cattolici (12%), Kimbanguisti (10%), seguaci delle religioni tradizionali e di sette sincretiste (15%).
Economia: La sua economia è principalmente del settore primario (agricoltura ed estrazione mineraria). Il paese possiede delle immense risorse naturali.

La Repubblica Democratica del Congo ospita la seconda più grande foresta fluviale ed è il secondo più grande bacino idrografico mondiale. Si estende dall’Oceano Atlantico alle pianure dell’est e coincide per la maggior parte al bacino del fiume Congo. Il nord del paese è una delle più grandi aree di foresta equatoriale al mondo, la zona orientale costeggia il grande rift est-africano, area di montagna, di colline, dei laghi e dei vulcani. Il sud e la zona centrale, area di savana alberata, forma un altopiano ricco di minerali. Nella parte estrema ad ovest, in una quarantina di chilometri a nord della foce del fiume Congo si sviluppa la costa sull’Oceano Atlantico.

La storia del Congo, grande quanto un quarto dell’intera Europa, è segnata da sempre da una serie di conflitti di solito finalizzati al controllo delle immense risorse naturali di cui il Paese dispone. Le lotte di potere e le guerre per il controllo delle ricchezze del sottosuolo continuano a dilaniare il già martoriato continente africano. La corsa allo sfruttamento delle miniere ha innescato una guerra civile che ha provocato migliaia di morti e centinaia di migliaia di profughi e di vittime innocenti, molti dei quali bambini, rimasti orfani a causa della guerra civile che ormai da anni insanguina questa terra.

Nella Repubblica Democratica del Congo  le suore delle Poverelle sono presenti dal 1952, anno dell’apertura “ad Gentes” della Congregazione. Kikwit è stata la loro prima Missione, dove nel 1995 morirono sei suore colpite dal morbo di “Ebola”. Da questa prima opera missionaria, negli anni a seguire, ne sono sorte altre sino a raggiungere il numero di 11 Comunità.

In questa nazione, 50 anni di presenza, l’attività missionaria spazia su tutto ciò che contribuisce al progresso sociale della sua popolazione. Lo stipendio mensile di un congolese è pari a 102 dollari, a causa della mancanza di soldi dovuta all’alto tasso di disoccupazione, le persone si improvvisano venditori di piccole quantità di generi alimentari e di consumo, ma queste vendite non bastano a sopperire il fabbisogno alimentare della famiglia, che solitamente viene sfamata una volta al giorno.

La scuola è obbligatoria fino a 12 anni, nonostante ciò un cittadino congolese deve pagare la retta scolastica, senza alcun contributo da parte dello Stato, di conseguenza il 60% dei bambini e ragazzi non frequenta la scuola; solo i bambini fortunati riescono a frequentare  le scuole e a piedi si recano in baracche senza le pareti, con banchi fatti di tronchi e all’ombra delle frasche ascoltano una lezione. Studiare costa, sopravvivere costa e spesso le famiglie non hanno di che vivere, ma non possono lasciare il loro paese a causa della guerra. Anche l’acqua potabile e la corrente elettrica sono un privilegio per pochi, non esiste un sistema fognario, la corrente non è mai garantita e l’acqua potabile è quasi inesistente.

A Kingasani, uno dei quartieri più poveri della periferia est di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire), le suore giunsero nel 1964 e qui iniziarono la loro attività missionaria con la costruzione di una scuola materna, di una scuola per la formazione professionale delle donne, di un ambulatorio medico e di un reparto maternità.

Nei successivi 15 anni, una scuola media, una casa per anziani, un centro di formazione informatica che ha già diplomato 243 allievi (ai quali però, mancano ancora le attrezzature necessarie per applicare quanto imparato finora), oltre ad un centro nutrizionale per l’assistenza e la protezione dei bambini sottoposti, ora regolarmente, alle vaccinazioni d’obbligo. Con gli anni il centro ospedaliero si è ingrandito. Ampie sale di degenza accolgono malati gravi: adulti e bambini affetti da TBC, meningite, AIDS, malattie cerebrali e verminosi. È stato creato anche un funzionale ed importante centro per trasfusione con emoteca graduata, laboratorio per anali e test del sangue, dove ogni giorno si possono effettuare 30/40 trasfusioni a bambini colpiti da malaria o da altre malattie che producono gravissime anemie. Anche il reparto maternità è stato ampliato e, oltre alla consultazione prenatale, viene messa a punto una sala per prematuri con 15 incubatrici (che contengono a volte 2 o 3 bambini).

Qui le suore sono impegnate nell’assistenza socio-sanitaria, nell’insegnamento scolastico e professionale, con lo scopo di istruire e dare lavoro a mano d’opera locale, nella pastorale parrocchiale e familiare, nell’orientamento vocazionale e nella formazione delle suore e dei laici al carisma dei fondatori. “Nella mia casa trovano rifugio e conforto tutti i tribolati, è la casa della misericordia. Non parole vane, tenere espressioni, gentilezze superflue, ma pane, vino, fuoco, ricovero, giusti consigli, aiuti opportuni”,  questo è lo spirito guida dei Fondatori che anima le missioni in Africa.

L’attenzione dell’Istituto è rivolta a garantire a bambini, ragazzi e ammalati beni primari come: alimenti, medicinali, vestiario, istruzione e educazione.

Chi aderirà a questo progetto di sostegno a distanza sarà abbinato direttamente ad un bambino/a, e riceverà una foto con i dati del minore e annualmente, direttamente dalla responsabile del progetto, sarà aggiornato sui progressi conseguiti.

 


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